compatibilità anatomiche
La dinamica roto-traslatoria, è confermata dalla conformazione anatomica dei profili articolari, dalla forma dei legamenti crociati e, nella prima fase della flessione della gamba sulla coscia, dal retroposizionamento dei menischi contemporaneamente al disimpegno dell'eminenza intercondiloidea.
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La conformazione dei profili articolari I condili femorali presentano una superficie tondeggiante con un raggio di curvatura piuttosto ridotto, ma non uniforme tanto è vero che il loro profilo è molto simile a quello di una spirale, mentre i piatti tibiali, sono definiti piatti in virtù del loro raggio di curvatura molto più ampio di quello dei condili femorali. lo sviluppo in lunghezza dei condili è quasi due volte maggiore della lunghezza della superficie articolare tibiale. Ciò impedisce la possibilità di un puro rotolamento tra i due capi articolari, che viene limitato per i primi 25-30 gradi di flessione. Nei gradi successivi, per mantenere il contatto tra le superfici articolari, il rotolamento deve venir combinato con una fase di scivolamento che diventa sempre più progressivo. |
La forma dei legamenti crociati
I legamenti crociati trattengono i capi articolari assicurando il contatto e la stabilità antero-posteriore del ginocchio per tutto l’arco del movimento. I legamenti crociati hanno una forma elicoidale essendo quasi una struttura di rinforzo della capsula articolare; la descrizioni delle inserzioni tibiali, concordano con il fatto che le fibre dei rispettivi legamenti non hanno tutte la stessa lunghezza e direzione e durante i movimenti, quindi, non vengono poste in tensione simultaneamente. Roud già nel 1913 aveva proposto una tesi sostenendo che durante la flesso-estensione alcune fibre dei crociati restavano sempre in tensione data la loro diversa lunghezza. Ciò permette di controbilanciare la tensione LCA \ LCP in qualunque fase della flesso-estensione evitando movimenti a cassetto. Oltre a ciò, partendo dal modello meccanico di Strasser (1917) e stato dimostrato che il profilo articolare della parte posteriore dei condili rappresenta esattamente la curva che avvolge le differenti posizioni del piatto tibiale fra la flessione e l'estensione completa, a conferma che ne LCA, ne LCP cambia lunghezza mentre il profilo del condilo resta tangente al piatto tibiale. Da ciò si deduce anche che la forma dei condili e geometricamente determinata dalla lunghezza dei legamenti crociati, dalla loro posizione e dalla disposizione delle loro inserzioni. |
Il movimento dei menischi
Durante la flessione della gamba sulla coscia la meccanica articolare propone il retroscivolamento dei menischi. Il menisco interno e quello esterno, infatti, nella loro parte posteriore ed in particolare con i loro corni posteriori, sono collegati (tramite un’espansione fibrosa) rispettivamente al muscolo semimembranoso e al muscolo popliteo che, peraltro, sono i muscoli motori della flessione: il loro accorciamento determina la simultaneità dell’azione motoria di flessione ed il richiamo verso dietro dei menischi. La meccanica roto-traslatoria, interpreta fedelmente tale movimentazione, infatti nella prima fase della flessione, la rotazione dei condili femorali prevede un rotolamento indietro degli stessi sui piatti tibiali proporzionale all’angolazione raggiunta, contemporaneamente all’arretramento dei menischi che vengono trascinati indietro dagli stessi muscoli motori azionati nella flessione. Eminenza intercondiloidea: la rotazione assiale lungo l’asse longitudinale della gamba può essere effettata solo a gamba piegata dopo i 30° (Kapandji I A) in quanto dopo il retro-rotolamento iniziale dei condili femorali sui piatti tibiali, c’è il disimpegno dell’eminenza condiloidea tibiale che può ruotare nella fossa intercondiloidea femorale dove a ginocchio esteso si trova incastrata (è questa una delle cause di blocco della rotazione assiale in estensione - Kapandji 1977). |