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Mazzuchelli N, Beinat M, Lamprecht G, Marzioti P, Omati L, Possamai A, Pesavento V, Toffano M, Zadini A.
S.C. Medicina Riabilitativa Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” Trieste
S.C. Medicina Riabilitativa Azienda Ospedaliero-Universitaria “Ospedali Riuniti” Trieste
La ginocchiera a centro di rotazione variabile: valutazione della deambulazione e delle ADL in pazienti con gonartrosi operati di protesi agli arti inferiori
8th Mediterranean Congress ofPhysical and Rehabilitation Medicine – Limassol – Cyprus 29/9 – 2/10 - 2010
Introduzione: per gonartrosi si intende un processo degenerativo inizialmente a carico delle strutture cartilaginee che coinvolge nelle fasi avanzate le componenti articolari ossee e sinoviali del ginocchio. I segni e sintomi associati rendono decisamente il percorso riabilitativo complesso non permettendo un corretto appoggio sull’arto interessato da artrosi, rendendo difficile il ritorno ad una deambulazione corretta e rallentando e talora impedendo un recupero completo dell’autonomia nelle attività della vita quotidiana.
Può una ginocchiera a centro di rotazione variabile favorire il recupero di un buon livello di autonomia nelle ADL?
Materiali e metodi: Lo studio è iniziato nel gennaio 2010. I casi sono rappresentati da 20 pazienti sottoposti ad intervento di artroprotesi di anca o di ginocchio portatori di gonartosi omo o controlaterale. 11 femmine, 9 maschi.
Età minima 65 aa, età massima 86 aa, età media 76 anni. I controlli sono costituiti da pazienti sottoposti allo stesso tipo di intervento che non presentano però fenomeni di gonartrosi. 11 femmine, 9 maschi. Età minima 67 aa, età massima 84 aa, età media 77 anni.
I casi hanno utilizzato una ginocchiera a centro di rotazione variabile, un dispositivo studiato per garantire il rispetto delle strutture fasciali e ligamentose del ginocchio. I due gruppi sono stati confrontati sia per quanto riguarda il recupero dell’autonomia nelle ADL, attraverso la scala WOMAC, al momento dell’ammissione nel nostro Reparto ed ad uno e tre mesi dalla dimissione.
I pazienti con gonartrosi, che utilizzano la ginocchiera, sono stati inoltre valutati su piattaforma stabilometrica attraverso il Test di Riva Statico per la valutazione dell’oscillazione dell’asse corporeo e per la valutazione del tempo di utilizzo delle mani in posizione di appoggio precauzionale, con il Test del cammino di 100 metri, comparando il tempo di percorrenza di tale distanza con e senza ginocchiera, ed infine confrontando il sintomo dolore rilevato mediante scala VAS prima e dopo il ricorso alla ginocchiera.
Risultati: i casi valutati mostrano un livello di autonomia nelle attività della vita quotidiana (ADL) sovrapponibile con i pazienti non interessati da concomitante gonartrosi dopo il ricorso all’utilizzo della ginocchiera.
Il dato lo si può osservare nel grafico 1. Ricordiamo che punteggi WOMAC maggiori corrispondono a condizioni peggiori.
La valutazione dell’equilibrio su pedana stabilometrica attraverso il Test di Riva Statico dimostra che l’uso di una ginocchiera a centro di rotazione variabile determina una riduzione statisticamente significativa dell’oscillazione in appoggio monopodalico con conseguente riduzione del rischio di caduta.
Come si osserva nel grafico 2, l’oscillazione media dell’asse corporeo in appoggi monopodalico passa, con l’impiego della ginocchiera, da 3,0° a 2,4° e si riduce (grafico 3) il tempo di appoggio precauzionale in percentuale dall’82,2% al 60,7%.
Il Test del cammino di 100 metri (grafico 4) dimostra un miglioramento della capacità deambulatoria, i pazienti, con l’utilizzo di una ginocchiera a centro di rotazione variabile, mostrano una riduzione media del tempo di percorrenza di 100 metri da 2:45 a 2:25 minuti.
Il dolore secondo la Scala VAS (grafico 5), valutato prima dell’impiego della ginocchiera e a distanza di un mese dall’utilizzo della stessa, vede un netto decremento di tale sintomo con il punteggio VAS medio che passa da 7 a 3.
Può una ginocchiera a centro di rotazione variabile favorire il recupero di un buon livello di autonomia nelle ADL?
Materiali e metodi: Lo studio è iniziato nel gennaio 2010. I casi sono rappresentati da 20 pazienti sottoposti ad intervento di artroprotesi di anca o di ginocchio portatori di gonartosi omo o controlaterale. 11 femmine, 9 maschi.
Età minima 65 aa, età massima 86 aa, età media 76 anni. I controlli sono costituiti da pazienti sottoposti allo stesso tipo di intervento che non presentano però fenomeni di gonartrosi. 11 femmine, 9 maschi. Età minima 67 aa, età massima 84 aa, età media 77 anni.
I casi hanno utilizzato una ginocchiera a centro di rotazione variabile, un dispositivo studiato per garantire il rispetto delle strutture fasciali e ligamentose del ginocchio. I due gruppi sono stati confrontati sia per quanto riguarda il recupero dell’autonomia nelle ADL, attraverso la scala WOMAC, al momento dell’ammissione nel nostro Reparto ed ad uno e tre mesi dalla dimissione.
I pazienti con gonartrosi, che utilizzano la ginocchiera, sono stati inoltre valutati su piattaforma stabilometrica attraverso il Test di Riva Statico per la valutazione dell’oscillazione dell’asse corporeo e per la valutazione del tempo di utilizzo delle mani in posizione di appoggio precauzionale, con il Test del cammino di 100 metri, comparando il tempo di percorrenza di tale distanza con e senza ginocchiera, ed infine confrontando il sintomo dolore rilevato mediante scala VAS prima e dopo il ricorso alla ginocchiera.
Risultati: i casi valutati mostrano un livello di autonomia nelle attività della vita quotidiana (ADL) sovrapponibile con i pazienti non interessati da concomitante gonartrosi dopo il ricorso all’utilizzo della ginocchiera.
Il dato lo si può osservare nel grafico 1. Ricordiamo che punteggi WOMAC maggiori corrispondono a condizioni peggiori.
La valutazione dell’equilibrio su pedana stabilometrica attraverso il Test di Riva Statico dimostra che l’uso di una ginocchiera a centro di rotazione variabile determina una riduzione statisticamente significativa dell’oscillazione in appoggio monopodalico con conseguente riduzione del rischio di caduta.
Come si osserva nel grafico 2, l’oscillazione media dell’asse corporeo in appoggi monopodalico passa, con l’impiego della ginocchiera, da 3,0° a 2,4° e si riduce (grafico 3) il tempo di appoggio precauzionale in percentuale dall’82,2% al 60,7%.
Il Test del cammino di 100 metri (grafico 4) dimostra un miglioramento della capacità deambulatoria, i pazienti, con l’utilizzo di una ginocchiera a centro di rotazione variabile, mostrano una riduzione media del tempo di percorrenza di 100 metri da 2:45 a 2:25 minuti.
Il dolore secondo la Scala VAS (grafico 5), valutato prima dell’impiego della ginocchiera e a distanza di un mese dall’utilizzo della stessa, vede un netto decremento di tale sintomo con il punteggio VAS medio che passa da 7 a 3.
Conclusioni: l’utilizzo di una ginocchiera a centro di rotazione variabile deve rientrare tra i trattamenti di prima scelta nella gestione dell’artrosi di ginocchio. I nostri risultati confermano l’ipotesi che una ginocchiera a centro di rotazione variabile favorisce il recupero di un buon livello di autonomia nelle attività della vita quotidiana senza determinare inutili sollecitazioni sulle strutture ligamentose e fasciali del ginocchio. Il dispositivo determina inoltre un’immediata riduzione del dolore ed un miglioramento dell’equilibrio e della deambulazione con conseguente riduzione del rischio di cadute.