le sollecitazioni meccaniche
Funzionalmente il sistema roto-traslatorio garantisce che nella fase di appoggio deambulatorio (azione che nel corso della vita viene riproposta per un innumerevole cicli di volte), durante la quale il ginocchio raggiunge una flessione di 20-25°, vi sia solamente un moto rotatorio che meccanicamente preserva le superfici articolari dall’usura di fregamento.
Nella rotazione ad ogni punto del condilo femorale corrisponde un punto sul piatto tibiale e le forze meccaniche, sviluppate dal gravare del peso del corpo, vengono trasmesse per compressione, senza provocare usura.
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Nella traslazione i punti di contatto scivolano tra loro creando attrito e usura. Il ginocchio prevede tale azione meccanica nella fase aerea della deambulazione e della corsa in modo da non essere esegiuta sotto carico.
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Analizzando singolarmente tali azioni meccaniche sappiamo che:
la rotazione, non prevede sfregamento dato che il carico viene trasmesso sempre sugli stessi punti di contatto ed è indipendente dal gravare del peso corporeo al quale viene sottoposto
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la traslazione prevede una scivolamento tra le parti a contatto con usura delle superfici, usura che è tanto più importante quanto è il peso della parte che trasla.
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In tutta la sfera di movimenti al di fuori della pura fase di appoggio deambulatorio (corsa lenta, corsa veloce, salto, pedalata, spinte con accosciata, ricadute, piegamenti –es. nello sci-, pedalata, ecc.) l’azione dello sfregamento avviene in maniera sempre direttamente proporzionale al grado di piegamento raggiunto e l’usura è proporzionale al peso del soggetto.