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il moto roto-traslatorio

L’ideadi questo studio è nata dalla considerazione che alcuni atleti durante utilizzo della “leg extension”, quale attrezzo sportivo per il potenziamento della muscolature estensoria dell’arto inferiore, lamentavano dolore al ginocchio.
Picture
Volendo risalire alle cause di tale dolore, inizialmente è stata ipotizzata la possibile incompatibilità tra il moto del ginocchio quale articolazione interessata nell’esercizio e la cinematica del braccio mobile della macchina che viene a svilupparsi attorno ad un centro fisso.


Il moto del ginocchio

Inizialmente, è stata effettuata un’analisi bibliografia dalla quale veniva confermato che il ginocchio non ha un moto che segue una traiettoria circolare, ma ha un moto combinato tra rotazione e scivolamento.
In particolare la maggior parte degli autori consultati (Smidt, 1973; Fumagalli et al.,1977; Marinozzi end Pappalardo, 1977; Kapandji, 1977; Tittel, 1979; Fleischmann and Line, 1981; Nissel, 1985; Insall,1986, Draganich et al., 1987; Yamaguchi and Zajac, 1989; Melegatti, 1997; Steinbrück, 1997) concordavano che per i primi 25-30 gradi di flessione i condili femorali (parte distale del femore) rotolano sui piatti tibiali (parte prossimale della tibia); dai 25-30 gradi in poi, i condili femorali combinano il moto rotatorio con quello traslatorio (di scivolamento) che all’aumentare della flessione, diventa sempre più importante.

I legamenti crociati trattengono i capi articolari assicurando il contatto e la stabilità antero-posteriore del ginocchio per tutto l’arco del movimento che propone un  moto roto-traslatorio
.
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