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Applicazione delle leggi dell’adattamento organico quale base teorica del protocollo riabilitativo

L’adattamento organico sfrutta quella catena di risposte fisiologiche, definita da Selye come Sindrome Generale di Adattamento, conseguente ad una situazione di “stress”quali traumi, malattie, forti emozioni, lavoro motorio, ecc..

La catena di reazioni si articola in risposte:
- Aspecifiche di breve durata e di debole intensità seguite da fenomeni  molto pronunciati  con la particolarità di essere sempre uguali, indipendentemente dall’agente stressorio che colpisce l’organismo: trauma, malattia, emozione, lavoro motorio, ecc.;
- Specifiche : che tendono a potenziare una o più funzioni biologiche con effetto di sommazione in seguito alla ripetitività costante dello stress o inteso come ripetizione del lavoro motorio specifico.
I fenomeni di risposta “molto pronunciata” e “l’effetto di sommazione”, sono la base dell’adattamento di una funzione organico ovvero della modifica di una specifica struttura orientata a sopportare situazioni sempre più gravose.

Affinché ciò possa avvenire lo stimolo meccanico/motorio deve venir programmato in maniera consequenziale e crescente: infatti se la prima esposizione non è stata troppo severa e la durata della fase di riposo è stato sufficiente, la successiva esposizione trova l'organismo già predisposto e con un grado di adattamento superiore in partenza, in quanto l'organismo ripaga sempre il lavoro svolto con un livello maggiore di quanto speso (risposta molto pronunciata); questo aumento di disponibilità energetica viene definita “supercompensazione”.
Ciò porta ad un successivo innalzamento della resistenza allo stimolo specifico rispetto a quella iniziale, purché il tempo intercorso tra le due esposizioni non sia eccessivo e l'organismo ne conservi il ricordo.
In questo caso, una nuova esposizione ben dosata anche se più intensa della precedente, farà aumentare ancora la capacità di adattamento e di resistenza; si costituirà così per ripiani, un aumento della capacità predisponendo il sistema ad impegni sempre più intensi.
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Una corretta organizzazione del lavoro di riabilitazione, quindi, deve prevedere una razionale e progressiva distribuzione dei carichi di lavoro tra le varie sedute che devono essere incrementati gradualmente e progressivamente, ma alternati da precise fasi di sfogo (durante le quali il carico deve diminuire) e di riposo.
E' in tali periodi che avviene l'ADATTAMENTO organico ovvero l'insediamento di quei meccanismi che ripagano il lavoro effettuato, accrescendo e cementando così le riserve funzionali e predisponendo il sistema biologico ad un impegno più gravoso.
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Nello specifico, la programmazione dell’attività motoria orientata alla ripresa funzionale della cartilagine del ginocchio deve prevedere una precisa consequenzialità di stimoli “pressori” (alternanza compressione/recupero) generati dall’azione deambulatoria durante la quale viene riattivato il processo visco-elastico di “ammortizzatore” della cartilagine e programmabili in base a “velocità di deambulazione, distanza da percorrere, tempi di recupero”.
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