La ripresa deambulatoria a carico protetto
L’importanza dell’appoggio del piede nella ripresa deambulatoria
Una corretta ripresa deambulatoria ha come base un corretto rafforzamento dei sistemi propriocettivi che vengono attivati unicamente con l’appoggio del piede sul terreno, regione del corpo che trasmette il maggior numero di informazioni sull’equilibrio quale base per una corretta postura e il conseguente controllo dei rapporti tra coscia/gamba/piede.
Si può affermare, infatti che un arto con un equilibrio posturale stabile, permette di sviluppare un’attività dinamica corretta.
Una corretta ripresa deambulatoria ha come base un corretto rafforzamento dei sistemi propriocettivi che vengono attivati unicamente con l’appoggio del piede sul terreno, regione del corpo che trasmette il maggior numero di informazioni sull’equilibrio quale base per una corretta postura e il conseguente controllo dei rapporti tra coscia/gamba/piede.
Si può affermare, infatti che un arto con un equilibrio posturale stabile, permette di sviluppare un’attività dinamica corretta.
Importanza dell’appoggio del piede Il piede è la regione del corpo che trasmette il maggior numero di informazioni propriocettive segnalando istante per istante, i movimenti che l'organismo sta compiendo. I principali recettori propriocettivi sono situati negli archi plantari del piede (trasverso, laterale e longitudinale) ed in particolare nella parte anteriore del tallone, sotto la testa dei metatarsi, sotto l'alluce e nei muscoli lombricali del piede e vengono sollecitati in base al grado di deformazione durante l’appoggio. Tale funzione è determinante per l’equilibrio e per una corretta postura e il conseguente controllo dei rapporti tra segmenti coscia/gamba/piede. |
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Aiuto meccanico del tutore KTJ
Analizzando in maniera più dettagliata il passo, lo possiamo scomporre in una fase di appoggio ed in una fase aerea.
Nella fase di appoggio, i vantaggi del dispositivo KTJ tramite i perni dello snodo, determina uno scarico del peso che grava sul ginocchio riducendo notevolmente (o addirittura facendo scomparire) il dolore nell'appoggio.
Nella fase aerea, invece, in considerazione che l’angolo raggiunto nel richiamo della gamba sul piano antero-posteriore (45-50°), garantisce il rientro del centro istantaneo di rotazione (cosa che non succede ad esempio utilizzando un tutore a centro fisso).
Analizzando in maniera più dettagliata il passo, lo possiamo scomporre in una fase di appoggio ed in una fase aerea.
Nella fase di appoggio, i vantaggi del dispositivo KTJ tramite i perni dello snodo, determina uno scarico del peso che grava sul ginocchio riducendo notevolmente (o addirittura facendo scomparire) il dolore nell'appoggio.
Nella fase aerea, invece, in considerazione che l’angolo raggiunto nel richiamo della gamba sul piano antero-posteriore (45-50°), garantisce il rientro del centro istantaneo di rotazione (cosa che non succede ad esempio utilizzando un tutore a centro fisso).
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La zoppia Anche questa funzione tende ad evitare insorgenza di dolore e la conseguente con interruzione di flessione della gamba sulla coscia, che si manifesta con andatura tipica della zoppia; nella fase aerea ovvero nel basculamento della gamba infortunata in avanti, la stessa non riesce a piegarsi oltre i 30° per accorciare le distanza dal suolo affinchè il piede non impatti con il terreno. Istintivamente l'azione deambulatoria corretta si modifica: la gamba infortunata rimane semipiegata se non quasi rigida mentre il piede in appoggio è costretto ad estendersi maggiormente per aumentare le differenza di altezza dal suolo del baricentro. |
Il Feed-Forward
Considerando che il sistema nervoso è capace non solo di eseguire movimenti già conosciuti (peraltro svolti in forma automatica come la deambulazione), ma di apprenderne nuovi e di adattarli per l'esecuzione di gesti complessi, questi vengono "progettati" con la creazione di rappresentazioni cerebrali dell'apprendimento dette engrammi,che consentono un meccanismo decisionale anticipatorio (feed-forward) rispetto al comportamento motorio che sta per essere messo in atto.
Sulla base di questo sopra esposto, si può capire come un movimento sbagliato (zoppia), se ripetuto nel tempo, può portare al rafforzo di un engramma deambulatorio modificato rispetto a quello preesistente, sfalsando così la fluidità della camminata in quanto questo verrà acquisito come “corretto” e riproposto, quale modello di riferimento.
Considerando che il sistema nervoso è capace non solo di eseguire movimenti già conosciuti (peraltro svolti in forma automatica come la deambulazione), ma di apprenderne nuovi e di adattarli per l'esecuzione di gesti complessi, questi vengono "progettati" con la creazione di rappresentazioni cerebrali dell'apprendimento dette engrammi,che consentono un meccanismo decisionale anticipatorio (feed-forward) rispetto al comportamento motorio che sta per essere messo in atto.
Sulla base di questo sopra esposto, si può capire come un movimento sbagliato (zoppia), se ripetuto nel tempo, può portare al rafforzo di un engramma deambulatorio modificato rispetto a quello preesistente, sfalsando così la fluidità della camminata in quanto questo verrà acquisito come “corretto” e riproposto, quale modello di riferimento.
Nella considerazione che correggere tali movimenti parassiti, soprattutto in soggetti anziani, è particolarmente difficile, è molto importante evitarne l'insediamento di tali meccanismi, determinati prevalentemente dal dolore nella deambulazione.
E' proprio sulla scomparsa (o attenuazione) del dolore che si sono concentrati lgi studi della dott.ssa Zadini che nel suo del lavoro “La ginocchiera a centro di rotazione variabile: valutazione della deambulazione e delle ADL in pazienti con gonartrosi operati di protesi agli arti inferiori”, concludeva: l’utilizzo di una ginocchiera a centro di rotazione variabile deve rientrare tra i trattamenti di prima scelta nella gestione dell’artrosi di ginocchio. I nostri risultati confermano l’ipotesi che una ginocchiera a centro di rotazione variabile favorisce il recupero di un buon livello di autonomia nelle attività della vita quotidiana senza determinare inutili sollecitazioni sulle strutture ligamentose e fasciali del ginocchio. |
Il dispositivo determina inoltre un’immediata riduzione del dolore ed un miglioramento dell’equilibrio e della deambulazione con conseguente riduzione del rischio di cadute.
Amplificatore propriocettivo
Le considerazioni riportate nascono dalle osservazioni fatte soprattutto su una popolazione di anziani che, con varie patologie degenerative (condropatie, artrosi, valgismo grave, ecc.), hanno immediatamente ottenuto importanti vantaggi riprendendo a deambulare in tempi brevi. Questi vantaggi sono da ritenersi ascrivibili sia al sostentamento meccanico offerto dal tutore KTJ ma, probabilmente, anche ad una ripresa propriocettiva determinata in primo luogo dall’appoggio del piede “più sicuro” ed amplificata dal sistema sensitivo cutaneo.
Da come più dettagliatamente spiegato, il sistema propriocettivo che presiede l’equilibrio posturale, ha come base le referenze nervose sensoriali presenti negli organi articolari (Corpuscolo del Ruffini -Capsula articolazioni prossimali, Corpuscolo del Pacini - Capsula, sinovia e articolazioni distali, Corpuscolo del Golgi – Legamenti, Terminazioni libere -Capsula e legamenti) che sinergicamente cooperano con i recettori cutanei dei quali fanno parte anche i nervi spinali che hanno una doppia funzione: la radice posteriore (dermatomero) è deputata all’azione sensitiva/propriocettivà mentre la radice anteriore (miomero) è deputata l’azione motoria.
Nell’arto inferiore il dermatomero e il miomero si sovrappongono; ne deriva che una pressione locale produce una immediata risposta del gruppo muscolare sottostante il territorio interessato. Quando all’arto viene fissato un tutore, questo si sovrappone alle zone cutanee che possono essere evidenziate dallo schema sotto riportato. Nerviospinali muscolo motore zone cutanee L3 estensione del ginocchio (quadricipite) arancione L4 flessione dorsale collo del piede (tibiale anteriore) viola L5 estensione dell’alluce (estensore lungo dell’alluce) blu S1 flessione plantare del collo del piede (tricipite della sura) rosso |
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Si può così capire come un eventuale sbilanciamento registrato durante la deambulazione produce inevitabilmente delle pressioni laterali che vengono “trasmesse” dalle barre laterali ed “avvertite” dalle zone cutanee sensitive.
Tali pressioni vengono recepite dal dermatomero ed elaborate immediatamente per una“correzione motoria” dal miomero.
La particolarità della movimentazione del tutore KTJ fa sì che la sensibilità della percezione cutanea non subisce interferenze determinate da sfregamenti tra tutore e cute, in virtù del perfetto parallelismo tra il moto meccanico del presidio ortopedico e quello roto-traslatorio del ginocchio.
Dalla considerazione che l’utilizzo del tutore viene consigliato in presenza di un trauma ad un organo articolare, inevitabilmente accompagnate anche da una lesione alle referenze nervosa/propriocettive, si può considerare la stimolazione sensitiva-cutanea come un “amplificatore propriocettivo” a sostituzione di quanto lacerato, per rafforzare la possibilità di un corretto appoggio del piede con il conseguente mantenimento e miglioramento dell’equilibrio posturale.
Tali pressioni vengono recepite dal dermatomero ed elaborate immediatamente per una“correzione motoria” dal miomero.
La particolarità della movimentazione del tutore KTJ fa sì che la sensibilità della percezione cutanea non subisce interferenze determinate da sfregamenti tra tutore e cute, in virtù del perfetto parallelismo tra il moto meccanico del presidio ortopedico e quello roto-traslatorio del ginocchio.
Dalla considerazione che l’utilizzo del tutore viene consigliato in presenza di un trauma ad un organo articolare, inevitabilmente accompagnate anche da una lesione alle referenze nervosa/propriocettive, si può considerare la stimolazione sensitiva-cutanea come un “amplificatore propriocettivo” a sostituzione di quanto lacerato, per rafforzare la possibilità di un corretto appoggio del piede con il conseguente mantenimento e miglioramento dell’equilibrio posturale.
I vantaggi sull’anziano
Il recupero deambulatorio nell’anziano non è solo una forma di autonomia ma anche una possibilità in più contro la solitudine e l’isolamento. La possibilità di ritornare a deambulare crea una catena di vantaggi all’articolazione stessa, che si intensificano in maniera crescente man mano che il movimento diventa sempre più quantitativo.
La ripresa deambulatoria, infatti, si riflette vantaggiosamente oltre che sul rafforzamento dei controlli propriocettivi determinanti per il ripristino della stabilità posturale, anche sul sistema muscolare e su quello dei grandi sistemi organici (cardiaco, circolatorio e respiratorio) con un marcato miglioramento
Il recupero deambulatorio nell’anziano non è solo una forma di autonomia ma anche una possibilità in più contro la solitudine e l’isolamento. La possibilità di ritornare a deambulare crea una catena di vantaggi all’articolazione stessa, che si intensificano in maniera crescente man mano che il movimento diventa sempre più quantitativo.
La ripresa deambulatoria, infatti, si riflette vantaggiosamente oltre che sul rafforzamento dei controlli propriocettivi determinanti per il ripristino della stabilità posturale, anche sul sistema muscolare e su quello dei grandi sistemi organici (cardiaco, circolatorio e respiratorio) con un marcato miglioramento